Il 9 marzo scorso si è tenuto a Bruxelles il summit CIE, l’annuale assemblea dell’Associazione Cycling Industries Europe (CIE), che riunisce le industrie del mondo cycling in Europa.
Il CIE è una realtà attiva da pochi anni, che va ad affiancarsi alla storica Conebi (Conferderation of the European Bicycle Industry) nata nel 1960, e si pone come intento quello di rappresentare la voce del cycling business in Europa e nel mondo.
Convergenza di intenti tra settore e politiche europee al Summit CIE
A differenza di altre organizzazioni di natura simile, il CIE ha una visione trasversale della bicicletta come catalizzatore di forze e tipologie di attività differenti, che vanno oltre la produzione di biciclette e componenti per toccare le infrastrutture e i servizi legati alla ciclabilità, il cicloturismo e la mobilità intermodale.
Proprio questa visione della bicicletta come servizio più che come prodotto è stata al centro del Summit CIE del 9 marzo, che ha visto la partecipazione della direzione di Clorofilla.
L’adesione di Clorofilla al CIE è infatti in fase di finalizzazione e consentirà al brand cesenate di entrare in collegamento con partner attivi a livello internazionale per mettere a disposizione i suoi prodotti e il suo know-how nella fornitura di servizi sempre più adatti ai ciclisti.
Ciclisti che nelle previsioni dell’Unione Europea saranno i veri protagonisti dei prossimi anni.
È notizia recente quella dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione che definisce una Cycling Strategy per l’Europa.
Essa mira a raddoppiare entro il 2030 l’uso della bici sul territorio europeo.
Ad aprire i lavori del Summit CIE è stata l’autorevole voce del Vice-Presidente dell’Unione Europea Frans Timmermans.
Accanto a lui l’Europarlamentare Karima Delli, responsabile della risoluzione sulla Cycling Strategy, e il Vice-Premier e Ministro dei Trasporti del Belgio Georges Gilkinet.
I loro interventi in rappresentanza dell’UE e dei Paesi Membri sono stati molto chiari nel definire una direzione univoca per le politiche europee dei prossimi anni.
La visione lungimirante della UE
Citando l’autrice Susan Vreeland, Timmermans ha affermato che per restare in equilibrio occorre muoversi in avanti
e mantenere lo sguardo sull’obiettivo più distante.
Questa, secondo Vreeland, è la Filosofia di Vita del Ciclista.
“Ora, se vai in bici devi mantenere lo sguardo sulla distanza e non proprio davanti a te, perchè questo aumenta enormemente il rischio di una caduta. I
n questo senso, io credo che sia come la politica. Se guardi esattamente di fronte a te, cadrai.
Devi avere una visione del futuro più lontano, e di cosa questo implica per noi oggi”.
Queste le parole di Timmermans
Una lungimiranza, la sua, che ne prova la qualità come politico e ci permette di credere nelle prospettive avanzate.
Non solo la bicicletta è riconosciuta finalmente come un mezzo di trasporto a tutti gli effetti, ma sarà l’unico mezzo in grado di permettere all’Europa di rispettare gli impegni del Green Deal con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il miglioramento della qualità dell’aria e via di seguito.
Non sarà tuttavia soltanto l’ambiente a trarre vantaggio dal ruolo centrale della bicicletta nell’Europa del futuro.
Con la creazione di nuovi posti di lavoro (un milione previsto entro il 2030), la decongestione delle città, l’impatto sulla salute delle persone, il risparmio in termini economici e d energetici per i cittadini e per il pianeta, la bicicletta riveste un ruolo sociale di primo piano.
Certo il cambiamento implica uno sforzo notevole, che è stato sottolineato in tutti gli speech, ma la mentalità delle nuove generazioni è pronta per affrontarlo.
Timmermans stesso ha fatto notare come le nuove generazioni non siano più interessate ad avere un’auto con cui spostarsi, ma ad andare dal punto A al punto B nel modo più rapido ed efficace possibile.
Guardando alla situazione di città come la stessa Bruxelles non si può che rilevare che la bicicletta sia diventata il mezzo più rapido per gli spostamenti quotidiani.
Tuttavia non è ancora il mezzo più sicuro, e su questo resta tanto da fare, a partire dalla realizzazione di infrastrutture e dall’implementazione di servizi.
Frans Timmermans ha annunciato l’approvazione di una European Cycling Declaration
Nel suo discorso al Summit CIE Timmermans ha aggiunto un’importante tassello alle politiche di sostegno al settore ciclistico, anticipando l’approvazione nei prossimi mesi di una European Cycling Declaration.
Il documento conterrà i principi e gli obiettivi del cambiamento che si dovrà realizzare nei prossimi anni ma anche il dettaglio delle azioni e degli strumenti che l’Europa e di conseguenza gli Stati Membri metteranno in campo per raggiungere questi obiettivi.
Si parla dunque di modalità concrete di finanziamento e di definire le proporzioni degli interventi da attuare, ad esempio con il raddoppio esatto delle infrastrutture ciclistiche disponibili.
Scuole, centri commerciali, edifici privati dovranno prevedere ad esempio l’implementazione di servizi per le biciclette, e la Dichiarazione farà sì che laddove sia possibile introdurre una strategia per favorire la ciclabilità, questo venga fatto.
Timmermans non nasconde l’attesa di un periodo di disagio per tutti noi, inevitabile conseguenza di tutti i cambiamenti di abitudini, e in questo senso il suo discorso è suonato come una chiamata alle armi per tutti gli attori coinvolti.
Karima Delli: niente più chiacchiere ma fatti concreti
Sulla stessa linea si è collocato l’intervento della francese Karima Delli che ha seguito quello di Timmermans al summit CIE.
Delli ha ribadito l’importanza della bicicletta come mezzo di trasporto e ha affermato che siamo entrati in un momento storico in cui non possiamo più permetterci di perdere tempo in discorsi ma dobbiamo agire velocemente per il cambiamento.
Con una visione pragmatica della questione ha sottolineato come il discorso ambientale e sociale vada a braccetto con quello economico, dato che in futuro sarà sempre più importante convertire i posti di lavoro verso settori sostenibili e in crescita.
Il motto lanciato da Delli è stato: “When it’s good for the climate it’s good for the job”.
E’ seguito a ruota l’intervento del Ministro Gilkinet, per cui la bicicletta è “la via più veloce verso la felicità” e il miglior modo per connettersi con il mondo.
Da appassionato ciclista Gilkinet è la prova di come l’approccio al ciclismo possa essere cambiato e possa acquisire rilievo e importanza a vari livelli.
Gilkinet è infatti riuscito a trasformare quella relativa al ciclismo in una competenza federale, esattamente come avviene per mezzi di trasporto come treni e aerei, attraverso il progetto BE Cyclist.
Il progetto è il frutto di un lavoro avvenuto a stretto contatto con altri ministeri (economia, giustizia, ecc.) che permetterà di portare molte più persone in bici in Belgio grazie a provvedimenti concreti.
Fra questi ad esempio gli incentivi chilometrici per l’uso della bici concessi a livello statale, più posti bici disponibili su tutti i treni, pene più severe per i furti di bici.
Azioni concrete, precedentemente attuate solo a livello locale, che secondo Gilkinet devono trasformasi in iniziative regionali e quindi federali attraverso quella che ha definito la European Bike Revolution.
L’obiettivo secondo Kevin Mayne: creare un ecosistema ciclista europeo
“Business as usual non creerà un ecosistema europeo di mobilità sostenibile, sicuro e affidabile. Abbiamo dimostrato che la ciclabilità può raddoppiare e abbiamo più potenziale nel creare posti di lavoro di qualunque altro settore della mobilità”
Con questa potente affermazione il C.E.O. di Cycling Industries Europe Kevin Mayne ha aperto il suo intervento subito dopo il Ministro Gilkinet.
Gli interventi della politica sono stati da Mayne riconosciuti come un traguardo fondamentale, un endorsement necessario per l’industria ciclistica che ora si trova chiamata a produrre il risultato atteso.
Secondo Mayne non siamo più al punto in cui i politici riconoscono l’importanza del ciclismo ma rimandano il momento di occuparsene perchè altre sono le questioni urgenti.
La bici è diventata finalmente prioritaria anche per loro.
Questa idea deve essere diffusa, perchè l’obiettivo è quello di portare più persone in bici, più donne, più anziani, più bambini, mettendo a disposizione più parcheggi, più ciclabili, più biciclette.
Le bici devono diventare più economiche, comprese quelle elettriche, che consentiranno l’accesso di più persone all’uso delle due ruote.
Anche per Mayne il cammino è tutto da compiere, ma l’obiettivo deve essere quello di creare un vero e proprio ecosistema ciclistico europeo.
Si tratta di un lavoro “duro, difficile e significativo”, che merita proprio per questo dedizione e convinzione.
Such an inspiring speech by @MayneKevin from @Cycling_Ind_EU to kick off our second panel of the day, dedicated to the #EuropeanCyclingStrategy 🚲🚲🚲#CIE2023Summit brings the heat! 🔥🍃 https://t.co/aO41sLgx8s pic.twitter.com/rYJ4UFC0yQ
— POLIS (@POLISnetwork) March 9, 2023
Un mondo di servizi connesso e sostenibile
Il resto della giornata ha confermato la maturità del sistema cycling in Europa, con l’intervento di numerosi membri che hanno confermato una visione unitaria in cui prevalgono i concetti di connettività, sostenibilità e fiducia.
Secondo Anna Buchmann di Noca Mobility stiamo attraversando un momento eccitante, in cui si è passati da un generico intento di collaborazione ad una chiara visione di come questa collaborazione può esplicitarsi nello scambio di dati e informazioni fra le aziende.
Sempre sua l’osservazione su quanto le tematiche legate alla sostenibilità vadano affrontate nel dettaglio, senza nascondersi dietro alla natura della bicicletta come oggetto green.
Le filiere vanno verificate, i fornitori vanno verificati, le materie vanno verificate, e tutto quello che può garantirci un’industria sana e trasparente.
Nel corso dello stesso panel del Summit CIE, Raymond Gente del gruppo PON ha ribadito l’importanza di cogliere il momento per dimostrare l’affidabilità del sistema industriale e confermare la sua capacità di interloquire con le forze politiche producendo i risultati attesi.
La convergenza delle visioni economica e politica è infatti di fondamentale importanza, ma sussiste ancora un problema di fiducia per cui l’industria deve essere in grado di giustificare l’investimento della parte politica sul mondo cycling.
Collaborazione e sviluppo
L’impressione tratta dal Summit CIE del 9 marzo è senz’altro quella di un momento decisivo per il mondo della bici.
Da qui a pochi anni sarà evidente se la svolta auspicata da politica e attori economici sarà realmente possibile.
La nostra sensazione è che i livelli di fiducia e di competenza siano alti e soprattutto che esista un (raro) senso di collaborazione fra realtà diverse che lavorano verso un obiettivo comune, grazie anche al lavoro del CIE.
Anche Clorofilla comprende l’importanza di questo lavoro di rete che si inserisce nell’ottica di una crescita economica diversa, che non guarda soltanto al profitto immediato ma considera il ruolo sociale che ogni operatore svolge nel contesto in cui opera.
Questa è da sempre la filosofia di Buratti Meccanica e con l’intervento in un settore strategico per il cambiamento come quello del ciclismo attraverso il marchio Clorofilla l’azienda si propone di farne il cuore della sua missione.