Quanto investono e quali piani adottano per promuovere la mobilità su due ruote i vari stati europei?
Lo rivela il secondo report realizzato dalla European Cyclists’ Federation sullo stato delle strategie per la ciclabilità.
Con l’approvazione nel 2021 del Pan-European Master Plan for Cycling Promotion siglato da 54 paesi dell’area europea, gli stati sono si sono impegnati a sviluppare e mettere in atto un piano strategico nazionale entro il 2030. L’obiettivo complessivo del piano è di raddoppiare entro la stessa data il numero di spostamenti in bicicletta sul territorio nel suo complesso.
Come per la maggior parte degli altri paesi europei anche l’Italia ha adottato il suo primo piano strategico, che copre nel nostro caso il biennio 2022-2024.
Le strategie previste dai vari paesi riguardano interventi misti sulla mobilità nel suo complesso, con azioni volte non soltanto a migliorare le infrastrutture e a facilitare l’utilizzo della bicicletta, anche in combinazione con i trasporti pubblici, ma anche a interventi di tipo educativo che contribuiscano nel tempo all’educazione della cittadinanza all’uso delle due ruote e ad un cambio duraturo della cultura della mobilità e delle pratiche quotidiane.
Nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica Urbana ed Extraurbana italiano le azioni previste demandano la quasi totalità degli interventi agli enti locali e in particolare ai comuni..
Tra questi interventi è previsto, ferma restando l’autonomia dei comuni in materia di mobilità urbana, anche il provvedimento cosiddetto “città 30 km/h”, approvato dalla Città di Milano dove sarà in vigore dal 2024.
Il documento recita che “tale approccio è ritenuto di particolare valore per favorire lo sviluppo di una ciclabilità diffusa e sicura nelle città, garantendo una rete stradale a misura di bicicletta”.
Il provvedimento non è dunque soltanto una (lodevole) iniziativa della giunta milanese, ma il frutto di un processo di cambiamento in atto a livello internazionale, richiesto dall’Unione Europea e formalmente sostenuto dal nostro governo.
Per questo ogni azione in tal senso è non solo la benvenuta ma il segno di un’evoluzione ormai avviata e inarrestabile in una direzione che vediamo chiara davanti a noi, fatta di spazi urbani riconquistati ad una mobilità a misura d’uomo e di ambiente.